4 - Un gioco da ragazzi

Roberto Signori

4 - Un gioco da ragazzi

L'annuale concorso per cineamatori di Londra si stava avviando anche questa volta al termine, alla parte più significativa e coinvolgente: l'epilogo, da sempre fonte di gioie e dolori.

Da tutti conosciuto come il Concorso, soprattutto per la generosità dei premi, era considerato una sorta di trampolino di lancio per il mondo della popolarità; nulla di strano quindi che avesse un posto di primo piano sulle copertine dei maggiori quotidiani.

Nulla di strano, se non alcuni piccoli dettagli ormai famosi, che caratterizzavano la scelta dei candidati e ne garantivano l'esclusività.

Principalmente, ciò che assicurava la singolarità era lo scontro diretto dei partecipanti: a due a due, ad eliminazione diretta, fino alla elezione di quattro finalisti.

Le due coppie erano già state decise: Homman-Dart e Floyd-Dowenski; si stava ora procedendo all'apertura della busta sigillata da timbro notarile, contenente il tema di ispirazione della finale: poche righe, scritte in forma pomposa, sancivano essere la contrapposizione luci ombre il punto di partenza su cui lavorare.

Una settimana era il tempo massimo concesso per presentare il provino.

Come sempre, anche quest'anno vi sarebbero stati plagi e raggiri tra i concorrenti, al fine di assicurarsi il passaggio del turno. Inutile dire che erano scaturite liti impressionanti negli anni passati, ma questo garantiva una finale emozionante e animava lo spirito di competizione tra i partecipanti.

Floyd era al suo primo "torneo", mentre si riproponeva nuovamente possibile finalista la coppia Dart-Dowenski come già in passato era più volte successo.

Era risaputo l'odio che correva tra i due, nonostante fossero stati compagni di liceo, e anzi questo aggravava ancor di più la situazione. Sui loro contrasti di circolavano infiniti aneddoti, e si diceva che regolarmente, non appena se ne presentava l'occasione, l'uno dicesse dell'altro tutte le possibili malignità. Si sa per certo che entrambi erano ottimi giocatori di scacchi, anche se nessuno li aveva mai visti misurarsi; e naturalmente ciascuno dei due sosteneva di essere il migliore.

Vi era comunque una differenza sostanziale nella personalità e nel carattere dei due; il primo, Dart tipicamente calmo e pacato, era un profondo pensatore, con una mentalità radicata sulla ricerca del perché delle cose. L'altro più dinamico e risoluto, caratterizzato da un quoziente di intelligenza non inferiore al primo, aveva basato l'esistenza sul raggiungimento dello scopo senza preoccuparsi troppo del mezzo; uno dei suoi luoghi comuni preferiti era: se per arrivare a c partendo da a devi usare b, fallo senza perdere troppo tempo a consultarne il manuale di istruzioni. Aveva fatto quasi un culto di questa sua massima, ed aveva l'innato talento di riuscire dove i più fallivano.

Questo gli aveva permesso di raggiungere certi traguardi di discreto valore a livello pratico ed economico, nonché la vittoria negli ultimi due concorsi. La critica, del resto appoggiava pienamente Dart, e ne elogiava le qualità artistiche.

Homman, era anche lui un veterano di attività fotografiche e un tempo avrebbe potuto dire la sua; ora, rimasto ancorato alle vecchie tecnologie, rischiava di venire sepolto col suo vecchio pattume. Non che non andassero le sue attrezzature, era la mentalità che rischiava di farlo naufragare, ci volevano idee nuove.

Sette giorni dopo le cose andarono proprio così.

Dowenski superò brillantemente la prova: esibì un curriculum filmato di un cristallo di quarzo che, colpito da un fascio di luce, per diffrazione generava un caleidoscopio di colori, con il risultato di avere un insieme di "arcobaleni" in formato tascabile, incastonati fra di loro. I fotogrammi riproducevano la scena da diverse angolazioni e con diversi livelli di luce; inutile dirsi che lo spettacolo non poteva essere descritto.

Floyd aveva invece filmato una serie di rilievi montuosi con diverse condizioni ambientali, dall'alba al tramonto, e ne aveva fatto un palinsesto, ottenendo un collage di effetto, ma nulla in confronto al rivale.

In poche parole, Dowenski si divertì a giocare con Floyd come il gatto col topo, facendone sfigurare le composizioni: accortosi di essere osservato durante la settimana concessa dalla giuria, aveva sempre lavorato con un fascio di luce monocromatica, con il risultato di ottenere sì giochi di luce, ma di un unico colore e con poche deviazioni del raggio luminoso.

Alla fine invece poco prima di presentare i fotogrammi alla giuria aveva semplicemente sostituito la fonte di luce col risultato di spiazzare l'avversario. Dowenski fu il primo finalista.

Dart non fu da meno né in ingegnosità né in furbizia.

Presentò una sequenza con un fiocco di neve in caduta rallentata, quasi statico, illuminato da un fascio di luce laser di debole intensità, che ne esaltava i contorni e le caratteristiche. Lo sfondo nero creava un netto contrasto con l'immagine ingrandita del fiocco.

L'effetto era ottenuto tenendolo sospeso con una debole corrente ascendente di aria a bassa temperatura, e con un congegno di ripresa montato in posizione fissa.

La reazione della giuria fu di assoluto stupore.

Anche in questo caso lo sventurato Homman, aveva spiato Dart e, visto il genere di pellicola, optato per la fotografia subacquea di un banco di corallo rosa attorniato da branchi di pesci; il tutto, circondato da una cornice di giochi di luci e ombre ad effetto: certamente piacevole, ma del resto un tema abusato.

Dart, aveva fatto la parte del leone: all'ultimo istante, all'insaputa del rivale aveva aumentato la temperatura della corrente di aria che manteneva sospeso il fiocco, ottenendo così un immagine di un fiocco sospeso in lento scioglimento, fino alla completa evaporazione in una nuvola di vapore, illuminata in tutte le sue evoluzioni dalla luce laser. La giuria andò in visibilio.

Homman ne usci provato e profondamente deluso.

Dart fu il secondo finalista.

La settimana seguente, quella che precedette l'incontro finale, trascorse con una lentezza esorbitante; ne approfittai per cercare di intervistare i due candidati.

Avvicinai prima il sig. Dart, che mi accolse con gentilezza e quasi con calore.

-Sig. Dart- usai volutamente un tono leggermente adulatorio per cercare di accattivarmi la sua simpatia -volevo innanzitutto complimentarmi per la stupenda inquadratura del fiocco in scioglimento: era da tempo che non si vedevano creazioni del genere.-

-La ringrazio, prego si accomodi. Gradisce un caffè? Sa, da quando non c'è più mia moglie mi devo arrangiare; non le garantisco che sia il miglior caffè che abbia mai bevuto, ma di certo non la ucciderà.-

-Be,- continuò con il solito tono pacato che da anni ero abituato a sentire -il fiocco in sè non rappresenta nulla di più che la natura; la trovata geniale è stata quella di inserirlo in un contesto particolare.

Si immagina con quale cura è stata scelta la potenza del laser, per permettere di evidenziare le caratteristiche somatiche del fiocco, senza per questo intaccarne la geometria?

Lo stesso vale per la lunghezza d'onda, in relazione al tipo di pellicola usata; lei certamente saprà che ...- e si avventurò in una dissertazione tecnica sulla teoria della ripresa cinematografica, materia della quale io ero completamente digiuno. Sapevo che per cavarne qualcosa avrei dovuto lasciarlo continuare, così non lo fermai.

-... e naturalmente, la scelta del gradiente di innalzamento della temperatura è stato determinante. Si, un buon lavoro, dubito si possa migliorare.- Dart, era anche conosciuto per avere un leggero senso di superiorità, che non dimenticava mai di sfoggiare.

-Sig. Dart- lo provocai -che ne pensa del filmato presentato dal sig. Dowenski? Anch'esso è stato giudicato più che positivamente dalla giuria.-

-Ecco, vede, non è sicuramente male, me ne guardo bene dal dirlo, ma non è ...- un breve momento di pausa -... spontaneo. E' qualcosa di costruito, di irreale, come se si volesse rifare la facciata ad una casa ormai in via di demolizione.

Tecnicamente parlando è ineccepibile, ma quello che è sempre mancato a Boris- così si chiamava il rivale- è la regia, il fascino del mostrare ciò che si è abituati a vedere con un altra ottica.-

-Sig. Dart, come spiega allora la sua vittoria nei precedenti due concorsi?- Cercai di usare un tono meno irritante possibile.

-I concorsi non sono tutto, l'importante è trarne giovamento interiore, maturare tecnicamente. Lo sa che la critica è sempre stata dalla mia? Boris, è una persona in gamba, siamo amici: gli ho regalato una telecamera per il suo compleanno, giochiamo qualche volta a scacchi, non è molto bravo lì, ma dubito che la fortuna lo assisterà per sempre. Comunque l'appuntamento è tra una settimana, alla finale.-

-Ha già qualche idea?-

-Qualcosa, che naturalmente devo vagliare per vedere se riesco a tirarne fuori qualcosa di buono, ma nulla di particolare.-

Ovviamente non credetti a quest'ultima affermazione, come del resto non ci credeva neppure lui.

Non rimasi stupito quando l'indomani, pubblicata l'intervista, Dowenski mi chiese un appuntamento. Concordammo per il pomeriggio.

-Buongiorno, entri pure, si può accomodare lì.- L'appartamento in cui viveva, non era particolarmente lussuoso, tipicamente borghese, con qualche quadro di dubbio gusto, e persiane alle finestre.

Risposi cordialmente all'invito e mi sedetti.

-Lei ieri ha intervistato Jim vero?-

-Esattamente- risposi, mettendomi un po' sulla difensiva -il sig. Dart mi ha rilasciato un'intervista.-

-Giovanotto, non mi prenda in giro. Lo sappiamo benissimo sia io che lei, che Jim non è un granché come regista. A scuola era l'imbranato della classe, sempre perso in un mondo suo, chissà dove. Intellettualmente c'era, se mi permette il termine: ottimi voti nelle materie teoriche, ma nel mondo reale una frana. Sì, qualche buona cosa l'ha fatta: lo scorso anno si ricorda­? Si è aggiudicato il secondo posto con quel pezzo... Natura morta, mi sembra si chiamasse, si proprio così.- Lasciò volutamente una pausa come per sottolineare che lui aveva vinto il primo premio.

Come aprii bocca lui continuò -Bando al passato, Jim è un buon rivale, ma sicuramente non alla mia altezza.- parlava più a se stesso che a me, era quasi un monologo -Lei non sa che noi ci vediamo ogni tanto per giocare a scacchi, ah, anche li è il solito perdente: una volta gli ho dato matta in quindici mosse...- mi ripromisi di andare a verificarne la veridicità -...comunque- continuò -Quest'anno le assicuro una finale coi fiocchi, potrebbe già scrivere il mio nome accanto alla parola vincitore su quel suo giornale.-

Cercai di farlo scoprire: -Ha qualche idea particolare?-

-Senta giovanotto Boris Dowenski ha sempre delle idee particolari, è grazie a quelle che ho vinto i precedenti concorsi, e lo vincerò anche quest'anno. Diciamo che in questo preciso istante non ho un'idea definita ma ci devo ancora pensare. Riguardo al mio collega, be', ha avuto la sfacciataggine di regalarmi una telecamera per il mio compleanno, la settimana scorsa; sarà proprio quella che userò per vincere.- Negli anni passati aveva sempre vinto sorvegliando il rivale e migliorandone il lavoro, tipicamente quello di Dart. -Adesso è meglio che vada, devo continuare il mio film. Buonasera.- Salutai garbatamente e uscii, più confuso di prima.

Non successe nulla di rimarchevole nei giorni che precedettero la finale, o anche se successe venne completamente offuscato dalla finale stessa.

Quella sera l'atmosfera era carica, si sentiva la tensione serpeggiare fra la gente; il brusio di fondo conferiva un' aria ancora più solenne alla cerimonia. Dowenski si presentò in doppiopetto blu, con un garofano all'occhiello; Dart in completo beige, meno appariscente, ma altrettanto elegante. Come lo speaker finì la sua introduzione, si spensero le luci e incominciò la proiezione. Il caso volle che fosse Dowenski il primo. Nulla di strano, che il lavoro fosse stato eseguito nella settimana precedente, visto che era quello il periodo concesso. Nulla di strano quindi che le riprese fossero caratterizzate da fitte precipitazione temporalesche: era da più di due settimane che imperversava il brutto tempo. Quello che stupì, fu il fatto che proprio questo fu il tema del provino.

Erano trapelate indiscrezioni riguardo a riprese aree effettuate dai due concorrenti, ma si sapeva solamente che avevano entrambi noleggiato un aereo con relativo pilota per tutta la settimana. Il filmato iniziò con un ammasso nuvoloso in rapido avvicinamento; chiaramente frutto di fotomontaggio di più riprese, visto che l'aereo di cui si era servito era caratterizzato da una velocità di salita inferiore al chilometro-minuto, e quindi non in grado di dare una simile suggestione. Si proseguì con l'immagine che mostrava le nubi sempre più da vicino fino ad uno spettacolare tuffo all'interno. Ma quello che destò il clamore dei presenti, fu lo strabiliante scenario mostrato quando l'aereo oltrepassò le nuvole, uscendone dall'alta parte: ci si trovò immersi nella notte, con la luna già tramontata e una stupenda inquadratura di Giove e Venere in congiunzione, appena sopra la stella Sirio. Ora, dopo il sole e la luna Venere, Giove e Sirio sono rispettivamente gli astri più luminosi del firmamento. In completa assenza di luna, la luce di ciascuno di essi è sufficiente a creare ombra; immaginatevi, quando si trovano tutti riuniti nella stessa zona di cielo.

Ma Dowenski, non si era limitato ad una semplice inquadratura: con un telescopio montato esternamente all'aereo aveva effettuato riprese aumentando progressivamente l'ingrandimento, ottenendo immagini inconsuetamente dettagliate e definite: gli anelli apparivano in tutto il loro splendore, mentre Giove troneggiava accanto con l'inconfondibile macchia rossa poco sopra l'equatore. Quando la proiezione finì, gli applausi scrosciarono per quasi cinque minuti, fino a quando Boris, come lo chiamava il rivale, chiese la parola per spiegare le condizioni che avevano reso possibili simili inquadrature. Lo spesso strato di nubi, si era rivelato uno schermo provvidenziale alla luce soffusa della città, che avrebbe ridotto enormemente il contrasto delle immagini planetarie; l'elevata quota a cui erano state effettuate le riprese, inoltre, aveva permesso immagini nitide, ferme e prive di qualsiasi distorsioni dovute a correnti atmosferiche e al vapore acqueo. Solo allora mi ricordai che il gestore dell'aeronoleggio mi aveva detto che il velivolo di Dart poteva raggiungere una quota più che doppia rispetto a quello del rivale.

-...ed è stato solo grazie al sistema automatico di puntamento- continuò -che a quell'altitudine e con l'aereo in moto, si è riusciti ad ottenere particolari nettissimi e privi di sfocature o tremolii, anche con un telescopio riflettore da quaranta millimetri.-

Boris Dowenski , finì in un ovazione generale, e anch'io come tutti pensai facesse da prologo alla sua incoronazione a leader annuale.

Mi sbagliavo.

Al suo turno, Dart si accomodò sul palco con tranquillità, ed un'espressione insondabile in viso.

La ripresa iniziò in maniera quasi analoga alla precedente, e quando si oltrepassarono le nubi, apparvero i pianeti e Sirio.

Era evidente che i due candidati si erano a lungo spiati, e che i due lavori erano molto simili; del resto era un classico di Dowenski il plagiare, seppur migliorando il lavoro altrui.

Ma, fu proprio allora, che capitò qualcosa di assolutamente imprevedibile, che lasciò completamente sbigottito non solo il pubblico ma anche lo stesso povero Dowenski. Una volta superato lo strato nuvoloso, ed effettuato un'inquadratura degli astri, Dart aveva ruotato le ottiche e ripreso le nubi da sopra, ad una quota relativamente bassa.

Queste, bloccando ineluttabilmente ogni bagliore proveniente da terra, si sarebbero dovute presentare in una notte senza luna, come un irregolare superficie nerastra; ma quello non era un giorno normale: Giove e Venere in congiunzione, unitamente e Sirio costituivano un sorta di faro nel cielo. Jim, non aveva fatto altro che inquadrare gli astri, e proiettarne l'immagine sulle nubi.

Se già Giove di per se rappresenta uno spettacolo unico, immaginatevi l'effetto di vedere una enorme palla arancione, che corre sopra una superficie increspate e mutevole come una nuvola, inghiottendone o risaltandone tutte le sfaccettature, a seconda dell'incidenza della luce.

A tutto questo si aggiunge poi Saturno i cui anelli talvolta distorti dalla superficie non omogenea di questo inconsueto schermo, fornivano un che di misterioso all'insieme.  

La ripresa finì con un sottile fascio di luce che imprimeva sulle nuvole la scritta "Londra 1993", un tocco di classe per armonizzare il tutto, e assicurarsi la vittoria.

Al termine degli applausi, Dart Spiegò che era solamente un modo diverso di presentare le cose, che non aveva richiesto particolari sistemi ottici, né elevate quote di ripresa, al fine di ridurre la turbolenza, in quanto la superficie increspata delle nubi le avrebbe comunque nascoste.

Nulla di strano quindi che Dart abbia vinto il primo premio. Nulla di strano nell'enorme successo di pubblico e critica. Nulla di strano, se non quel piccolo particolare, quell'incidente che offuscò leggermente il bagliore della vittoria di Dart.

Quale particolare? Ah, quasi mi stavo dimenticando: Boris Dowenski fu ricoverato d'urgenza in clinica per collasso cardio-respiratorio; e la prognosi rimane tuttora riservata.

Quando lo vidi, qualche giorno dopo, gli chiesi come aveva fatto a riprendere con quella definizione i pianeti, senza le sofisticate apparecchiature usate dal rivale.

-Oh, quello, non è stato difficile, quasi un gioco da ragazzi: un telescopio, con montata una telecamera sull'oculare, ed il gioco è fatto. D'accordo dissi, ma gli feci notare che non sarebbe bastato un semplice telescopio, ed inoltre quando avevo dato un'occhiata al suo velivolo, il giorno prima, non c'era alcuna traccia del telescopio o di altri sistemi ottici particolari.

-Mio caro giovanotto, forse lei non ha guardato bene, magari nell'oscurità della carlinga le è sfuggito: era vicino alla telecamera. Purtroppo ora è tutto smontato, a casa mia, ed io ho fretta di partire per l'America. Arrivederci, al prossimo concorso- mi liquidò, e se ne andò sorridendo. Può essere che realmente l'oscurità dell'abitacolo abbia nascosto alcune attrezzature, ma per quanto mi sforzi di ricordare, non mi sembra di aver visto neppure la telecamera a bordo.

Non voglio accusare nessuno, ma secondo voi, non vi sembra strano che Dart abbia regalato una telecamera al collega proprio pochi giorni prima del concorso?

Non vi sembra possibile che conoscendo Dowenski, abbia studiato il suo carattere e orchestrato il tutto, inscenando il regalo, ben sapendo che questi l'avrebbe poi usata nella finale? Del resto, con un piccolo trasmettitore inserito, sarebbe stato quasi un gioco da ragazzi....

Comunque, non lo sapremo mai, sembra che nel teatro in cui si è svolta la manifestazione, ci sia stato un furto, e tra i vari oggetti rubati, figura anche la telecamera in questione.

Caso? Coincidenza? O premeditazione?

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aggiornato il 23/01/2010

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