| | venerdì 8 agosto
Salutati gli Zetti dopo una tranquilla colazione, Marco G (G come Just
married) è rientrato a Bergamo da Moniuccia cara, mentre io mi sono
avviato sulla ripida china del passo Lavazè (1805 mt; strani cartelli,
probabilmente frutto di fugaci allucinazioni, riportavano la scritta
"18%"). Due ore di lotta
durissima, ed ero in discesa volante verso Bolzano (262), atteso per pranzo da
Salvatore e Valeria ("Sasà, sono a Bolzano. Perché non mi inviti a
pranzo?"). Strappatomi a forza dalla cordiale ospitalità della coppia, mi
sono consegnato inerme al diabolico sole della statale per Merano cui sono
sfuggito solo grazie alla rinfrescante azione dell'idrante di un gentile e provvidenziale magazziniere di
Vilpiano.
Dopo Merano ho cominciato
a salire la Val Passiria e sono giunto verso sera a S. Leonardo (688).
Già stremato dalla salita a Moso (1007) ho poi dovuto deviare (leggi: salire) fino a Stuls (~1300
mt) per riuscire a trovare una camera libera in un albergo di pretese
sensibilmente meno
elevate di quanto le sue tariffe potessero lasciar intendere.
[97 km, ~2000 mt]
immagini della Val Passiria |
sabato 9 agosto
Ridisceso fin quasi a Moso, ho raggiunto prima di mezzogiorno il Passo
Rombo (Timmersjoch, 2491) e, dopo un ottimo e abbondante pranzo al rifugio (Zuppetta
di funghi e nonsocosaltro, Würstel e crauti, ottima birra) sono sceso in Austria
fino a Oetz (~800 mt, una cinquantina di km ad ovest da Innsbruck), dove mi sono
fermato verso le 4 pm per eccesso di stanchezza. Un po' abbacchiato per la brevità
del percorso della giornata, mi sono consolato con una strepitosa Zuppa alla
crema di pomodoro, ho letto qualche passo della triste e deliziosa Albertine
disparue ed ho pernottato in una graziosa zimmer.
[86 km, ~1400 mt]

verso il passo Rombo (Timmersjoch) |
domenica 10 agosto
Di buon mattino, deciso a lavare il disdoro della pallida prestazione del giorno precedente,
dopo essere passato per Imst e per Landeck mi sono inoltrato di buona lena nella Unter Engadin (Bassa Engadina) risalendo il corso del fiume Inn. Arrivato a
Martina, subito dopo il passaggio di frontiera con la Svizzera mi sono
volentieri accodato
a due ciclisti di nazionalità non facilmente decifrabile che ho subito
smascherato come italiani per il Gazzettone che faceva buona mostra di sè sul
portapacchi di una delle loro bici.
Bolzanini di lingua italiana, Ferruccio e Lele
erano partiti al mattino da Glorenza (920) e avevano fatto il passo Resia (1508), scendendo
quindi a Nauders. I nostri itinerari, esattamente coincidenti per i tre giorni
successivi, hanno voluto che per lo stesso periodo anche i nostri destini lo fossero, ed abbiamo
deciso di proseguire insieme. Dopo una breve separazione per un mio
bagnetto nelle impetuose e fredde acque dell'Inn siamo arrivati a Susch, dove
abbiamo vanamente atteso che la calura calasse, ed abbiamo attaccato il Flüelapass (2388).
Susch, sotto l'attacco del Flüelapass - ultima occasione di ristoro per
Ferruccio |

Il caratteristico campanile di Susch |
Il Passo, decisamente duro, ha evidenziato nel modo più
netto la
diversità del mio passo (poco allenato e molto affaticato) da quello (più
professionale e allenato) di Ferruccio e Lele (quest'ultimo attardato
durante la salita da un passeggero malore). Dopo la meritata birra al Passo,
siamo scesi nel regno incantato di Davòs (Davosdorf, 1560), che ci ha
stregato per la bucolica ed ideale bellezza dei panorami e dove ci siamo subito
innamorati della Menga Stiffler, una bellissima casa con Zimmervermietung presso
cui abbiamo alloggiato per la notte. La casa, rallegrata dai 7 pargoletti 7
della simpatica coppia, pare essere simpaticamente dominata dal piglio battagliero della
padrona di casa che ha tappezzato intere pareti con i riconoscimenti guadagnati nel
tiroasegno e che parla un discreto italiano per via di antiche ascendenze
altoatesine.
Dopo una non eccezionale ma comunque soddisfacente cenetta in riva al bellissimo lago di
Davos, una gradevole discussione di filosofia spicciola sulla impossibilità di
prevedere le conseguenze di una eccessiva ed inattesa ricchezza (leggi: i 60 milioni
del
superenalotto), ed una breve visita ad un supermercato inopinatamente aperto
anche nelle ore serali, ci siamo ritirati nelle nostre stanze per dormire il
sonno dei giusti.
[139 km, ~1600 mt]
Menga Stiffler - la bellissima casa che ci ha ospitato a Davos |
Immagini mattutine del lago di Davos |
Fienile |
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